‘Ndrangheta, Seregno fa la sua “parte”

Il Comune si costituisce ancora parte civile. Il Sindaco: «L’unico modo per battere la mafia è portare avanti un’azione comune. Purtroppo alle mie spalle non c’è la fila»
(WT – Seregno, 01 mar.) E sei. «Siamo l’antimafia dei fatti». Così il Sindaco Giacinto Mariani commenta la sesta costituzione come parte civile contro la ‘ndrangheta. Martedì 28 febbraio, infatti, il Comune di Seregno è stato ammesso come parte civile, nell’ambito del processo «Infinito», contro alcuni esponenti della «locale» di Seregno e Giussano (Antonio Carnovale, Michael Panjia, Agostino Luigi Caristo, Maurizio Napoli, Sergio Sestito, Francesco Elia, Claudio Formica, Leonardo Prestia, Domenico Tedesco, Massimiliano Zanchin). La prima sezione della Corte d’Assise di Milano ha, inoltre, riunito questo filone con quello che vede rinviato a giudizio Giuseppe Amedeo Tedesco, ritenuto il basista e il mandante dell’omicidio del boss Carmelo Novella, contro il quale Seregno era già parte civile. La prossima udienza è fissata per martedì 17 aprile.
«Con quest’ultima – spiega il Sindaco Giacinto Mariani – sono sei i processi contro la ‘ndrangheta in cui siamo parte civile. Dal 2008, quando, primo tra i sindaci della Brianza, mi ero costituito parte civile nell’ambito dell’operazione “Star Wars” contro quattro esponenti della ‘ndrangheta che avevano aperto una discarica abusiva sul nostro territorio, di strada ne abbiamo fatta. Sempre con un unico obiettivo: essere presenti in ogni processo contro la mafia».
E i primi risultati di questa strategia sono incoraggianti: per la costituzione di parte civile nell’ambito del processo Star Wars, ad aprile 2009 la sentenza del Tribunale di Monza aveva riconosciuto a Seregno 30 mila euro come provvisionale per il risarcimento del danno; a novembre, nel processo con rito abbreviato contro 119 ‘ndranghetisti è il Tribunale di Milano che, «certifica» i danni d’immagine al Comune di Seregno che saranno definiti in sede civile.
«L’unico modo per battere la mafia – prosegue Mariani – è portare avanti un’azione comune di istituzioni, magistratura, mondo delle imprese, associazioni e società civile. Più di tre anni fa avevo lanciato l’idea di un’azione comune contro le cosche attraverso la costituzione di parte civile in tutti i processi. Con un’immagine forte avevo parato parlato di “una class action” contro la mafia. Purtroppo, però, se mi giro, a parte due/tre Comuni, alle mie spalle non vedo la fila».
E Mariani ricorda gli altri procedimenti nei quali è parte civile, sempre assistito dall’avvocato Gianpiero Fagnani del foro di Monza: il processo contro Antonino Belnome (provvisionale a favore del Comune di Seregno di 10 mila euro), considerato uno degli esecutori materiali dell’omicidio Novella, assassinato il 14 luglio del 2008 a San Vittore Olona e quello contro i membri della «locale» di Seregno, Fabio Agostino, Tommaso Calello, Gerardo Gambardella e Cosimo Squillacioti (in corso di svolgimento davanti all’VIII sezione penale del Tribunale di Milano).