Il grana replica

In tre piazze, Concordia, Santa Valeria e Risorgimento, torna il formaggio proveniente dalle aziende delle zone terremotate
(WT – Seregno, 19 giu.) Oltre 6 mila chili in poco meno di due ore e mezza: sabato scorso il Grana Padano proveniente dalle aziende delle zone terremotate è andato a ruba. Dopo il successo di settimana scorsa, Confcommercio Monza e Brianza – Delegazione di Seregno e Comune di Seregno, in collaborazione con Coldiretti, hanno deciso di replicare «Uno spicchio di solidarietà», la spesa «salva-aziende terremotate». Sabato 23 giugno in tre piazze, piazza Concordia, piazza Santa Valeria e piazza Risorgimento sarà possibile acquistare il Grana Padano proveniente dai caseifici del mantovano che hanno subito gravi danni a causa del terremoto.
«Il grana è andato a ruba – ha dichiarato il Sindaco Giacinto Mariani, che in piazza Concordia, ha dato una mano a vendere il formaggio – e molte persone non sono riuscite a comprarlo. Vista la grande richiesta, abbiamo deciso di replicare l’iniziativa per continuare ad aiutare quei caseifici del mantovano che hanno subito danni dal terremoto».
Dalle 9 di sabato prossimo i consumatori potranno acquistare pezzi di Grana Padano sottovuoto da circa un chilogrammo a 10 euro l’uno. In arrivo dal mantovano circa 10 mila chili.
«Acquistare il grana provenienti dalle zone terremotate – sottolinea il presidente di Confcommercio Monza e Brianza – Delegazione di Seregno, Dario Nobili – è il modo migliore per aiutare concretamente la popolazione facendo ripartire l’economia e l’occupazione dei territori colpiti dal sisma».
Nelle zone terremotate il bilancio provvisorio tracciato dalla Coldiretti è di settemila aziende agricole danneggiate, distrutte o da ricostruire, con danni per 705 milioni di euro. Con una stima di 150 milioni di euro di danni il sistema del Parmigiano Reggiano è in cima alla triste classifica dei prodotti più danneggiati dal sisma seguito da vicino dal Grana Padano che accusa un colpo da 70 milioni di euro e dall’aceto balsamico che conta perdite per 15 milioni di euro. Complessivamente sono a rischio 8mila posti di lavoro nell’agroalimentare.