‘ndrangheta, risarcimento a Seregno

La Corte d’Assise assegna cento mila euro al Comune, costituitosi parte civile. Il Sindaco: Risorse che destineremo a progetti di controllo dei cantieri, il business della mafia in Lombardia»
(WT – Seregno, 05 feb.) «Un altro mattoncino per costruire un muro contro le infiltrazioni mafiose in Lombardia e in Brianza». Così il Sindaco di Seregno, Giacinto Mariani, ha commentato la sentenza della Corte d’Assise di Milano contro i presunti autori di una faida di ‘ndrangheta in Lombardia. La Corte, presieduta da Anna Introini, ha concesso un risarcimento di cento mila euro al Comune di Seregno, che si era costituito parte civile.
«L’unico modo per battere la mafia – prosegue Mariani – è portare avanti un’azione comune di istituzioni, magistratura, mondo delle imprese, associazioni e partiti politici. È la proposta di una “class action” contro la mafia che, tra lo scetticismo, avevo lanciato quattro anni fa e che adesso sta portando i primi risultati».
In quattro anni il Comune di Seregno si è costituito parte civile in sei processi contro clan della ‘ndrangheta nell’ambito delle operazioni «Star Wars» e «Infinito» e, spiega il Sindaco, «il risultato di quest’ultima sentenza, cento mila euro, lo metteremo a disposizione di progetti di controllo dei cantieri che sono il vero core business della ‘ndrangheta in Lombardia».
E Mariani lancia anche una proposta: «Il protocollo sulla sicurezza nei cantieri, firmato da tutti i Comuni brianzoli lo scorso luglio, sta entrando nella sua fase operativa. Si tratta di un progetto innovativo, una grande “rete” politica e tecnica contro la mafia con l’obiettivo di evitare la costituzione di centri di potere mafiosi nel sistema degli appalti. Ma non basta: i nostri enti devono avere la possibilità di fare appalti a chilometro zero. In questo modo facciamo lavorare le nostre imprese, più controllate, e abbattiamo i costi per le Pubbliche Amministrazioni. Il vantaggio, quindi, sarebbe duplice: un maggior controllo sulle imprese che vincono gli appalti e più lavoro per le aziende del nostro territorio».
Tra i condannati all’ergastolo, Vincenzo Galace, Cristian Silvagna e Luigi Tarantino. La prima corte d’Assise ha condannato a 24 anni di carcere Amedeo Giuseppe Tedesco e a ventitré anni Michel Panajia, nato a Stoccarda e di origini calabresi, braccio destro di Antonino Belnome, capo della locale di Giussano-Seregno, entrambi collaboratori di giustizia.
Tre gli omicidi contestati: quello di Carmelo Novella, il presunto capo della ‘ndrangheta in Lombardia, ucciso il 14 luglio 2008 a San Vittore, Rocco Stagno, ucciso il 29 marco 2009 in una cava di Bernate Ticino e Antonio Tedesco, ucciso il 27 aprile 2009 a Bregnano.