“Caso Anselmi”, 150 settimane senza risposte

Carlo è morto a Cuba nell’agosto del 2009. Giacinto Mariani ha scritto centocinquanta lettere. «La battaglia si sposta sul web». Lanciato l’hastag #percarloanselmi
(WT – Seregno, 2 lug.) «Oggetto: Carlo Anselmi (deceduto a Cuba il 28/08/2009)». La prima lettera è datata 18 febbraio 2010. Carlo Anselmi, 43 anni, imprenditore, era morto l’estate precedente mentre si trovava in vacanza a Cuba.
Più di mille giorni (1.197), centocinquanta settimane e un ordine del giorno del Consiglio comunale non hanno prodotto risposte. Da quasi quattro anni il Sindaco di Seregno Giacinto Mariani scrive una lettera la settimana al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri, all’Ambasciatore di Cuba in Italia e a quello italiano a Cuba per chiedere spiegazioni sulla morte di Carlo Anselmi.
«Un anno fa, proprio in questi giorni, avevamo raggiunto il triste primato delle cento lettere, spiega Giacinto Mariani. Qualche giorno prima di quella conferenza stampa il Ministero degli Esteri ci chiese di sospendere l’incontro con i giornalisti perché c’erano delle novità. È passato un anno, altre cinquanta lettere, i politici hanno sostituito i tecnici al Governo, ma la risposta è sempre la stessa: il silenzio».
Mariani si rivolge direttamente al ministro degli Esteri: «Emma Bonino è un politico molto popolare, soprattutto sulla “rete” che, ad ogni elezione del Presidente della Repubblica, la vuole al Colle. E allora noi ci rivolgeremo alla rete e, attraverso Twitter, da domani, ogni giorno manderemo all’account del Ministro degli Esteri un messaggio con una semplice domanda, “perché è morto Carlo Anselmi?”, accompagnata dall’hastag #percarloanselmi. E invitiamo tutti i cittadini italiani a combattere con noi questa battaglia perché quello che è successo a Carlo potrebbe succedere a chiunque di noi. Il nostro obiettivo è avere un Ministero degli Esteri e, soprattutto, delle sedi diplomatiche che funzionino e possano garantire la sicurezza degli italiani all’estero. Di tutti gli italiani».
L’unica novità è una risposta, lo scorso 19 giugno, di Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati. «Solo parole di circostanza», precisa il papà di Carlo, Agostino Anselmi. «Faccio un appello al pm Franca Macchia, titolare dell’inchiesta, ultima speranza per avere Giustizia».
E Anselmi, ancora una volta, punta il dito contro autorità diplomatiche e assicurazione: «Sul sito dell’unita di Crisi c’è scritto che l’Unità di Crisi “agisce direttamente con i mezzi a disposizione, effettua diagnosi attraverso la telemedicina mobile, si occupa del rimpatrio di un malato in pericolo di vita, del coordinamento delle rappresentanze diplomatico – consolari nelle prime fasi dell’emergenza”. Niente di tutto questo è stato fatto. Neppure l’assicurazione, pur con due polizze sottoscritte che prevedevano il rientro immediato, ha provveduto ed ha condannato Carlo Anselmi ad una morte annunciata e prevedibile».