Nel nome di Norma Cossetto

Edoardo Mazza: La memoria è un atto dovuto. Anche di una storia tenuta nascosta per molto tempo». Venerdì 10 febbraio è il «Giorno del Ricordo». Il dramma della studentessa istriana violentata, torturata e gettata in una foiba simbolo della tragedia giuliano-dalmata
(WT – Seregno, 08 feb.) Ventitré anni, studentessa universitaria istriana, Norma Cossetto fu arrestata dai partigiani slavi nell’autunno del 1943. Dopo essere stata torturata e violentata per giorni, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943 fu gettata, ancora viva, insieme ad altri ventisei prigionieri, nella foiba di Villa Surani, una delle tante della Venezia Giulia.
Il «Giorno del Ricordo», venerdì 10 febbraio, sarà dedicato a Norma Cossetto. «Nell’ottobre del 2014 – ha dichiarato il Sindaco Edoardo Mazza – abbiamo posto all’interno del Parco “Fratelli Longoni” una lapide dedicata alla studentessa istriana affinché chiunque entrasse nel parco potesse chiedersi “chi era Norma Cossetto?”. Le istituzioni hanno il dovere del ricordo, che significa trasmettere alle generazioni successive anche questa pagina di storia, nascosta per troppo tempo».
Venerdì 10 febbraio alle ore 11 si svolgerà la cerimonia dell’Ammainabandiera in via Umberto I, di fronte al palazzo municipale. Alle ore 11.30 deposizione di una corona di fiori alla stele in memoria di Norma Cossetto all’interno del Parco «Elia e Antonio Longoni», in via Reggio, sulle note eseguite da una rappresentanza dell’Orchestra della Scuola «Don Milani» e sulle parole degli studenti delle scuole di Seregno.
Norma Cossetto ha pagato con la vita la scelta di non unirsi al movimento partigiano attivo in quei territori. Ma non fu l’unica. Fra il 1943 e il 1947 oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte nelle foibe, le tipiche voragini carsiche dell’Istria e della Venezia Giulia. Le vittime di quella duplice mattanza, la prima nel settembre – ottobre 1943, dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre, poi, nel maggio giugno 1945, non furono soltanto i fascisti. Per essere infoibati sul confine nordorientale bastava essere italiani e, quindi, considerati possibili oppositori del regime comunista e dell’annessionismo jugoslavo.
«La tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata – spiega l’assessore alla Cultura e grandi eventi Giacinto Mariani – è stata riconosciuta negli ultimi anni. Solo nel 2004, con l’istituzione del “Giorno del Ricordo”, lo Stato ha finalmente riconosciuto le foibe come una vera operazione di pulizia etnica da parte degli slavi comunisti. Noi riteniamo che un personaggio come Norma Cossetto rappresenti proprio il simbolo delle violenze compiute contro migliaia di italiani, senza distinzione di età, sesso e religione».
Un riconoscimento è arrivato anche dallo Stato quando, l’8 febbraio 2005, l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha concesso a Norma Cossetto la medaglia d’oro al valor civile.