«La me tusa la spusa un teròn»

Sabato 18 marzo a «L’Auditorium». Spettacolo teatrale a favore dell’«Unione italiana ciechi e ipovedenti» e dell’«ANFASS». Giacinto Mariani: «Il teatro deve parlare alla gente, farsi interprete dei problemi di tutti»
(WT – Seregno, 02 mar.) Carmelo Laganà, studente siciliano, arriva a Milano e si innamora di Irene, figlia dei lombardi DOC Adolfo e Cecilia Carugati. Con la sua richiesta di matrimonio sconvolge la famiglia, spingendola a chiedere l’intervento di un «esorcista» (o presunto tale) per scongiurare il matrimonio. La trama di «La me tusa la spusa un teròn» è un «classico» della commedia in dialetto meneghino, ma il divertimento è assicurato.
La porterà in scena, sul palco de «L’Auditorium» (piazza Risorgimento), la «Bottega del teatro» di Triuggio sabato 18 marzo alle ore 21.
L’obiettivo è raccogliere fondi a favore di due associazioni: l’«UCI» («Unione italiana ciechi e ipovedenti») e l’«Anffas» («Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva/relazionale»).
«Il teatro – ha commentato Giacinto Mariani, assessore alla Cultura e grandi eventi – deve parlare alla gente, farsi interprete dei problemi di tutti. In questo caso dei soggetti più deboli».
Il ricavato servirà a sostenere i progetti e le iniziative di inclusione dell’«UCI» e dell’«Anffas».
La scuola è il «terreno d’azione» comune alle due associazioni. L’«UCI» promuove progetti di inserimento scolastico degli alunni e degli studenti con disabilità visive, mentre «Anffas» è impegnata con progetti di formazione per insegnanti e genitori per contrastare il fenomeno dell’autismo. Una vera emergenza secondo i dati dell’associazione: fino a dieci anni fa un bambino su 151 era autistico, oggi è uno su 81. Che significa uno studente con autismo ogni quattro sezioni.
La commedia in due atti, diretta da Domenico Damiano, è tratta da un testo di Roberto Fera che, a distanza di oltre vent’anni, è considerato un classico del repertorio popolare lombardo e del dialetto milanese. Non la lingua di Carlo Porta né di Bonvesin della Riva, ma quella parlata dalla gente comune nei cortili e al mercato.
La commedia è preceduta da un divertente prologo dedicato agli antichi mestieri (l’ancioatt, el menalatt, el prestineè, la fundeghera ed altri oramai pressoché scomparsi) e alle vecchie botteghe, ai monumenti, alle figure e alle antiche espressioni milanesi e lombarde.
Sul palco, nei panni dei due innamorati, Carmelo e Maria, ci saranno Roberto Riva e Elena Gatti. I Carugati, Alfredo e Cecilia, saranno interpretati da Carlo Ballabio e Giusi Zardoni.
Il costo dei biglietti è di dieci euro per gli adulti e cinque per i bambini fino a 12 anni.
Informazioni e prevendita biglietti: «UCI Monza e Brianza» (tel. 039/2326644), «Anffas» (tel. 331/9012980, Silvana Oliva (tel. 348/8632457).