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Depuratore San Rocco, «coperta» la seconda vasca

By redazione
19 Luglio 2017
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Il presidente di «BrianzAcque», Enrico Boerci, al centro il presidente dell'«ATO», Silverio Clerici e a destra il neo Sindaco di Monza, Dario Allevi

Intervento per «aspirare» i miasmi. Un investimento di cinque milioni e mezzo di euro per realizzare i sedimentatori «chiusi» più grandi d’Italia e tra i più grandi d’Europa

Grande risultato, grande entusiasmo al depuratore San Rocco di Monza per il battesimo della copertura della seconda vasca di sedimentazione primaria. Un intervento attesissimo ad alto impatto tecnologico, che segna la parte conclusiva della «sigillatura anti odore» dei due invasi, eseguita e portata a termine da «BrianzAcque» nel pieno rispetto del cronoprogramma. Anzi, con tre giorni d’anticipo rispetto al count down che ha pubblicamente monitorato la tempistica di esecuzione dei lavori.

L’inaugurazione delle strutture circolari che ora, con i loro diametri da 60 e 52 metri, costituiscono i sedimentatori «chiusi» più grandi d’Italia e tra i più grandi d’Europa e servono una popolazione di circa 650 mila abitanti, si è svolta nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso, alla presenza del presidente di «BrianzAcque», Enrico Boerci, del presidente ad interim della Provincia di Monza e Brianza, Roberto Invernizzi, dei Sindaci dei comuni soci, dei rappresentanti dell’ATO e degli abitanti del quartiere.

A undici mesi dal completamento della vasca più grande, anche quella «gemella» di dimensioni più ridotte, si è così trasformata in un edificio dal design avveniristico, sormontato da 36 travi reticolari a cui sono agganciati 2.120 metri quadrati di pannelli verdi in vetroresina, all’interno della quale i miasmi che affliggevano il quartiere, saranno aspirati e trattati da un biofiltro, senza più la possibilità di finire in atmosfera. Il sedimentatore, infatti, ha la funzione di separare i fanghi primari dai liquami.

L’intervento nel suo complesso ha richiesto un investimento economico di cinque milioni e mezzo di euro, 409 giorni solari di lavoro (229 per il primo invaso e 180 per il secondo) compresi sabati e domeniche. Sono stati utilizzati 4.920 mq di pannelli in vetroresina per un peso di 39 tonnellate, 82 mila bulloni, 1.010 arcarecci.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente di BrianzAcque, Enrico Boerci: «Oggi è una giornata memorabile, che resterà impressa nella storia dell’azienda, del quartiere, della città intera. Siamo orgogliosi di aver dato corso ad un progetto nuovo che, rispetto a quello vecchio, ci ha permesso di abbattere notevolmente tempi e costi. Abbiamo anche avuto il coraggio di rendere pubblico l’avanzamento dei cantieri con l’installazione di tre count down, permettendo così a tutti di controllare la tempistica dei lavori, finiti tre giorni prima rispetto alla data stabilita».

Tagliato il traguardo della copertura dei due bacini di sedimentazione primaria, «BrianzAcque» ora punta dritto alla conclusione dell’intero progetto che si realizzerà con la chiusura del cantiere per la riqualificazione della sezione di ossidazione, programmata tra sei-sette mesi, tra fine 2017 e inizi 2018.

Al momento, lo stato di avanzamento dei lavori ha raggiunto quota 70 per cento con gli interventi per l’applicazione della cosiddetta «tecnologia ad aerazione intermittente» in grado di abbassare i parametri sotto i limiti più restrittivi imposti dal regolamento di Regione Lombardia, di contrarre i costi di gestione e di mitigare le esalazioni. Il costo dell’intervento sul comparto d’ossidazione è di poco più di 6 milioni di euro. Come quello sui sedimentatori, anche quest’intervento è da primato: l’impianto sarà il più grande d’Italia per potenzialità depurativa ad applicare su scala reale esclusivamente il processo di «aerazione intermittente».

«Il Cantiere che cambia il quartiere», la soluzione progettuale presentata e condivisa con il Comune di Monza e con gli abitanti di San Rocco nel marzo 2015 e messa in atto a partire da metà dicembre dello stesso anno, ha sostituito il precedente Master Plan abbandonato nel 2014. Una scelta strategica che ha comportato una serie di vantaggi: minor tempo per abbattere le esalazioni odorigene, due anni di lavoro contro dieci, 12 milioni di investimento al posto di 65, 580 mila euro di costi per la gestione energetica annuale dell’impianto invece di 4 milioni e 200 mila, rispetto della tempistica per ridurre i valori di azoto totale dei reflui depurati e, infine, miglioramento delle condizioni ambientali e della qualità di vita nel quartiere di San Rocco.

 

Note tecniche

Depuratore San Rocco

Costruito a partire dai primi anni Sessanta, il depuratore di Monza San Rocco – tra i più grandi della Lombardia e d’Italia – è stato completato negli anni Ottanta. Sorge su una superficie di 12 ettari sulla sponda sinistra del Lambro. Tratta una portata media di 170 mila metri cubi di liquami al giorno attraverso una rete di 152 chilometri di collettori, che dal Nord Brianza canalizzano i reflui e li portano fino all’impianto dove, al termine del processo depurativo sono restituiti all’ambiente.

Serve una popolazione di circa 650 mila abitanti, 350 insediamenti produttivi, distribuiti in 27 comuni della Provincia di Monza e Brianza (Albiate, Arcore, Besana Brianza, Biassono, Briosco, Camparada, Carate Brianza, Concorezzo, Correzzana, Desio, Giussano, Lesmo, Lissone, Macherio, Monticello, Monza, Muggiò, Nova Milanese, Renate, Seregno, Sovico, Triuggio, Usmate-Velate, Vedano al Lambro, Veduggio, Verano Brianza, Villasanta) e alcune porzioni di territorio della Provincia di Como (Arosio, Carugo, Inverigo, Mariano Comense) e Lecco (Barzanò, Casatenovo, Cassago, Cremella, Monticello Brianza).

«BrianzAcque» è diventata proprietà del depuratore dal luglio dell’anno scorso, a seguito dell’incorporazione della società «Alsi» («Alto Lambro Servizi Idrici»)

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