«La guerra dei nostri nonni»

Dal 21 ottobre al 19 novembre. Al Museo «Vignoli» una mostra racconta la storia degli italiani sul fronte della Prima Guerra Mondiale. Oltre 1.200 seregnesi furono mandati in trincea. Più di duecento non tornarono a casa
(WT – Seregno, 12 ott.) Conoscere le storie di chi visse in prima persona la Prima Guerra Mondiale: non re, imperatori, generali, ma fanti e contadini: i nostri nonni. Persone in carne e ossa, con le loro paure e le loro speranze, soprattutto con il ricordo degli affetti lasciati a casa.
È a loro che è dedicata la mostra «La guerra dei nostri nonni» al Museo «Vignoli» (via De Nova, 24) che potrà essere visitata da sabato 21 ottobre a domenica 19 novembre, tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19.
Un racconto «visivo» del catastrofico conflitto che sconvolse l’Europa tra il 1914 e il 1918 attraverso divise, biciclette, lettere, cartoline e cimeli della Grande Guerra, alcune rare foto scattate dai seregnesi al fronte, la ricostruzione di una trincea e la riproduzione di cannone. Materiale che ricostruisce tanti frammenti della memoria privata che derivò da quell’esperienza tragica.
Una ventina di pannelli con foto e parole racconteranno la storia di Elia e Antonio Longoni che morirono sul fronte del Carso e ad Asiago nel 1916. Elia, nato il 2 novembre 1879, era un medico. Il 9 ottobre 1916, mentre il suo reparto era impegnato in un’azione nel Vallone di Doberdò, sul Carso, una granata gli squarciò il petto. Elia era sposato con Maria e quando partì per il fronte aveva una bambina e sua moglie aspettava un altro figlio. Il fratello Antonio, sergente degli Alpini, scomparso pochi mesi prima sul Monte Fior sull’Altopiano di Asiago. Il 7 giugno 1916 Antonio non aveva ancora 37 anni. Entrambi furono decorati con la medaglia d’argento al Valor Militare.
Furono 1.200 i seregnesi impegnati sui fronti di guerra, su una popolazione di circa 15 mila abitanti. Di questi più di duecento furono i caduti.
Sabato 21 ottobre alle ore 15, in occasione dell’inaugurazione della mostra, è previsto l’Alzabandiera in piazza Risorgimento e un corteo, con alla testa un plotone di Carabinieri in divisa storica, fino a piazza Vittorio Veneto dove sarà deposta una corona al Monumento ai Caduti di tutte le guerre.
Alle 15.30 la Fanfara dei Bersaglieri di Seregno «Don Felice Cozzi» inaugurerà la mostra al Museo «Vignoli». Fondata nel 2013 la Fanfara è dedicata a Don Felice Cozzi, sacerdote impegnato nella Seconda Guerra Mondiale sul fronte albanese. Una Fanfara giovane, diretta da Felice Buzzi, che ha già partecipato a tre raduni nazionali, a Asti nel 2014, a Rimini nel 2015 e, quest’anno, a Pescara.
Domenica 29 ottobre alle ore 16 il Museo «Vignoli» ospiterà un concerto del Coro «Il Rifugio – Città di Seregno», diretto da Fabio Triulzi, che racconterà la guerra con i canti delle trincee, intervallati dalla lettura di poesie e racconti a cura degli studenti del Liceo «Parini».
Domenica 5 novembre alle ore 15 ancora protagonista la Fanfara dei Bersaglieri «Don Felice Cozzi» attraverso le vie e le piazze del centro storico, da piazza Segni al Museo «Vignoli» in via De Nova.
In programma anche tre conferenze: venerdì 3 novembre alle ore 21 «I mutilati della grande guerra: cause e conseguenze» con Roberto Gobetti, sabato 4 novembre alle ore 21 «La sanità negli anni della grande guerra» con Enrico Macchi e venerdì 10 novembre alle ore 21 «Il fronte d’alta quota» con John Ceruti, segretario e vicepresidente «Museo della Guerra Bianca» di Temù.
«La guerra dei nostri nonni» è promossa dalle sezioni di Seregno dell’«Associazione Nazionale Carabinieri», dell’«Associazione Nazionale Bersaglieri», dall’«Associazione Nazionale Alpini» e dall’«Associazione Nazionale Autieri», con il patrocinio del Comune di Seregno e la collaborazione del Liceo «Parini» di Seregno.
Informazioni: Ufficio Cultura (tel. 0362/263.541 – email: info.cultura@seregno.info).