Una mostra per ricordare

«Giorno del Ricordo». Dal 6 al 10 febbraio mostra fotografica al Museo «Vignoli» per raccontare la storia di Norma Cossetto e della tragedia giuliano-dalmata
(WT – Seregno, 01 feb.) Norma Cossetto aveva ventitré anni e si stava per laureare a in lettere e filosofia all’Università di Padova. L’8 settembre del 1943 torna a Santa Domenica di Visinada, in Istria, dove abitava. Erano i gironi confusi della resa dell’Italia e delle illusioni che la guerra fosse finita. Pochi giorni dopo il messaggio radiofonico del maresciallo Badoglio, domenica 26 settembre, Norma Cossetto fu arrestata dai partigiani slavi. Dopo essere stata torturata e violentata per giorni, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943, fu gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani.
La storia di Norma Cossetto è al centro di una mostra fotografica, promossa dall’«Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato Monza e Brianza» («ANVGD»), con il patrocinio del Comune di Seregno, in occasione del «Giorno del Ricordo» e che sarà inaugurata martedì 6 febbraio alle ore 11, presso il Museo «Vignoli» (via Santino De Nova 24).
A Norma Cossetto, l’Amministrazione comunale e l’«ANVGD», nel 2014, hanno dedicato una stele collocata al Parco «Fratelli Longoni» di via Reggio. Un riconoscimento è arrivato anche dallo Stato quando, l’8 febbraio 2005, l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha concesso a Norma Cossetto la medaglia d’oro al valor civile.
La mostra, attraverso una quarantina di pannelli, racconta le vicende storiche dei territori di confine tra l’Italia e la penisola balcanica, con particolare riferimento ai tragici eventi culminati, fra il 1943 ed il 1945, nell’arresto e nella deportazione di migliaia di uomini e donne, molti dei scomparsi nelle foibe.
Ben documentata e costruita, la mostra ripercorre la storia delle foibe e dell’esodo attraverso stampe, cartoline, fotografie d’epoca e giornali; ricostruisce la storia delle più importanti città istriane, Zara, Fiuma e Pole, e alcuni dei momenti più drammatici come l’imbarco dei profughi istriani a Pola sul piroscafo «Toscana».
Attenzione particolare alle scuole che hanno la possibilità di visitare la mostra con alcuni esuli come «guide».
Fra il 1943 e il 1947 oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte nelle foibe, le tipiche voragini carsiche dell’Istria e della Venezia Giulia. Le vittime di quella duplice mattanza, la prima nel settembre – ottobre 1943, dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre, poi, nel maggio giugno 1945, non furono soltanto i fascisti. Per essere infoibati sul confine nordorientale bastava essere italiani e, quindi, considerati possibili oppositori del regime comunista e dell’annessionismo jugoslavo.
La mostra potrà essere visitata fino a sabato 10 febbraio nei seguenti orari: dalle ore 8 alle 13 e dalle ore 14.30 alle 18.30 (ingresso libero). È, inoltre, possibile prenotare delle visite guidate contattando l’ufficio Cultura del Comune di Seregno (telefono 0362/263.311 – email: info.cultura@seregno.info).